A due anni dalla conquista dell’Oscar come miglior attrice protagonista per Still Alice, Julianne Moore potrebbe fare il bis ma questa volta nella categoria miglior supporter femminile.
L’occasione le viene offerta dalla sua ultima interpretazione che finora le ha permesso di di conquistare il plauso della critica americana. Infatti nel suo ultimo film Il piano di Maggie di Rebecca Miller (uscito in Italia in sordina il 30 giugno) Julianne interpreta una spassosa e surreale professoressa universitaria danese (Georgette Nørgaard).
La commedia riesce laddove il romanzo di Karen Rinaldi “A cosa servono gli uomini” edito in Italia da Rizzoli, fallisce proponendo un ardito triangolo amoroso con Georgette, suo marito John che si è invaghito della protagonista Maggie che apprende così in prima persona che a volte il destino dovrebbe essere lasciato indisturbato.
Julianne Moore è irresistibile nel mettere in scena un compendio di donna femminista e indipendente, colta e snob, che si può considerare una deriva ironica della Alice di Still Alice, con la bizzarra aggiunta di marcato accento tedesco.
Per la Moore si tratterebbe della sua 6a candidatura agli Oscar dopo averne ricevute 2 come miglior attrice non protagonista per Boogie Nights e The Hours, e 3 come miglior attrice protagonista per Fine di una storia, Lontano dal Paradiso e Still Alice (meritatamente vinto in cui interpreta una nota neuroscenziata vittima dell’Alzheimer)