I recenti verdetti degli Writers Guild of America Awards e degli USC Libraries Scripter Awards hanno confermato il trend dell’Awards Season nelle due categorie relative ai migliori script dell’anno dopo che i rispettivi vincitori hanno conquistato numerosi premi tra quelli assegnati dalle associazioni dei critici americani (Awards Table). Se per quanto riguarda il Miglior adattamento (Best Adapted Screenplay) Nomadland non dovrebbe avere problemi, per la categoria Miglior sceneggiatura originale (Best Original Screenplay), testa a testa tra Promising Young Woman e The Trial of the Chicago 7 con un leggero vantaggio del primo sul secondo. In tal senso rispetto alle ultime previsioni che abbiamo redatto nel mese di Gennaio, le vere sorprese sono arrivate con le nomination agli Oscar e in particolare con l’esclusione di Sto pensando di finirla qui tra gli adattamenti e con quella clamorosa di Never Rarely Sometimes Always tra i migliori script originali.
Quale script ha più chance di conquistare l’Oscar nella categoria Miglior sceneggiatura originale?
1. PROMISING YOUNG WOMAN
Sulla carta l’originale revenge movie di Emerald Fennell, Promising Young Woman, parte favorito dopo aver vinto un numero copioso di premi tra quelli assegnati dai critici americani riuscendo a superare gli altri competitors soprattutto nei riconoscimenti chiave come il Writers Guild Award, il Satellite Award, l’Hollywood Critics Association Award,il BAFTA e il Critics Choice Award.
2.THE TRIAL OF THE CHICAGO 7
Lo script del dramma giudiziario The Trial of the Chicago 7 porta la firma del pluri-candidato sceneggiatore (qui alla sua seconda prova da regista) Aaron Sorkin (già Oscar nel 2011 per l’adattamento del cult The Social Network) che può vantare non solo una serie di premi assegnati dai critici americani tra cui il Chicago Indie Critics Award e il SFFILM Awards Night, ma anche un prezioso Golden Globe che è il motivo per il quale può ancora nutrire qualche speranza, nonostante il suo rivale abbia vinto un maggior numero di premi chiave.
3.MINARI
La toccante sceneggiatura del talentuoso Lee Isaac Chung per il film rivelazione Minari, potrebbe essere una delle piacevoli sorprese di questa categoria dopo aver conquistato un numero sostanzioso di premi tra cui il prestigioso National Board of Review. In un clima di dissenso verso le politiche dell’ex presidente Trump che ha fomentato in piena pandemia un odio viscerale verso la comunità cinese negli States con tanto di campagne social al grido #stopasianhate, questo script potrebbe fare breccia nel cuore dell’Academy per il suo punto di vista con cui racconta il concetto di american dream con gli occhi di una famiglia di immigrati coreani.
4.SOUND OF METAL
Più ridotte le chance per il terzetto composto dal regista Darius Marder (screenplay/story), Abraham Marder (screenplay) e Derek Cianfrance (story) per il meraviglioso dramma catartico, Sound of Metal, che hanno dalla loro parte numerose candidature ai Film Critics Association Awards tra cui quella ai Critics Choice Awards e ai Writers Guild of America Awards, ma senza mai vincere alcun premio.
5.JUDAS AND THE BLACK MESSIAH
La candidatura di Will Berson, Shaka King, Keith Lucas e Kenny Lucas per l’apprezzato Judas and the Black Messiah è arrivata un pò a sorpresa considerando che il film non ha brillato in questa categoria conquistando solo una manciata di nominations (come quella ai WGA Awards e ai Detroit Film Critics Society Awards) e un unico premio ai Las Vegas Film Critics Society Awards.
Quale script ha più chance di conquistare l’Oscar nella categoria Miglior sceneggiatura non originale?
1.NOMADLAND
Dopo aver letteralmente dominato la Stagione dei Premi conquistando un numero vertiginoso di riconoscimenti soprattutto nella categoria Miglior sceneggiatura non originale (oltre a quella blindatissima della Miglior Regia) il road movie di Chloé Zhao, Nomadland, parte decisamente favorito potendo vantare non solo il Critics Choice Award ma anche il prestigioso USC Libraries Scripter Award, il riconoscimento con cui la University of Southern California (USC) elegge ogni anno i migliori sceneggiatori che si sono distinti nell’adattamento cinematografico di un’opera letteraria. Tutto merito del lavoro di Chloé Zhao che ha saputo portare sullo schermo le intenzioni narrative di Jessica Bruder, autrice del romanzo da cui è tratto il film: “Nomadland: Surviving America in the Twenty-First Century”.
2.ONE NIGHT IN MIAMI
Una delle possibili alternative al favorito è sicuramente il lavoro di Kemp Powers che ha firmato l’adattamento cinematografico di una delle sue pièce teatrali più famose, One Night in Miami, l’applaudita opera prima di Regina King che esplora le cause che hanno portato alla segregazione razziale nell’America degli anni 60′ attraverso un incontro immaginario tra i 4 pilastri della cultura afro-americana (Cassius Clay, Malcom X, Jim Brown, Sam Cooke).In tal senso la pellicola può fare affidamento su numerosi premi vinti tra cui il Phoenix Film Critics Society Award e l’Hollywood Critics Association Award.
3.BORAT SUBSEQUENT MOVIEFILM
Con la vittoria a sorpresa ai Writers Guild of America Awards lo script dell’irriverente film con protagonista Sacha Baron Cohen e la rivelazione Maria Bakalova, Borat Subsequent Movie Film potrebbe essere la sorpresa di questa categoria per aver raccontato con dissacrante ironia le contraddizioni dell’America a trazione Trump.
4.THE FATHER
The Father, l’adattamento cinematografico dell’applaudita piece teatrale “Le Père” dello stesso regista Florian Zeller (già adattato sul grande schermo nel 2015 da Philippe Le Guay per il film Florida), dopo la vittoria ai BAFTA è diventato uno dei rivali del favorito Nomadland potendo fare affidamento su alcuni premi come il Satellite Award e il British Independent Film Award. Tutto merito delle intuizioni non solo di Zeller ma anche dell’altro sceneggiatore che ha lavorato all’adattamento, e cioè il premio Oscar per Le relazioni pericolose (Christopher Hampton), capaci di “spingere” lo spettatore a vivere in prima persona il dramma della demenza senile
5.LA TIGRE BIANCA
Decisamente ridotte le chanche per l’adattamento dell’omonimo romanzo di Aravind Adiga, La tigre bianca, la cui candidatura di Ramin Bahrani per quanto meritata (nonché preceduta da quella ai BAFTA e ai WGA Awards) è stata comunque una sorpresa rispetto ai verdetti dei premi delle associazioni dei critici americani.
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