La categoria Miglior attrice non protagonista ha avuto fin da subito una sua frontrunner! In tal senso Da’Vine Joy Randolph per The Holdovers ha blindato fin dai primi premi la sua leadership riuscendo a conquistare non solo la nomination a tutti i key awards (è l’unica della cinquina ad esserci riuscita!) ma anche a portarsi a casa un ricco bottino di riconoscimenti tra cui il Golden Globe, il Critics Choice Awards, oltre a quelli dei circoli dei critici americani tra cui spiccano il National Society of Film Critics Award e il Los Angeles Film Critics Award.
In questo scenario se le nominations di Emily Blunt per Oppenheimer e Danielle Brooks per Il colore viola erano prevedibili (hanno mancato solo una candidatura a testa per fare en plein!), meno scontati gli altri 2 nomi come Jodie Foster per Nyad e America Ferrera per Barbie che sono riuscite ad ottenere la candidatura nonostante l’esclusione ai BAFTA (anche se erano presenti nelle Longlists). In particolare la candidatura di quest’ultima è stata una sorpresa rispetto alle previsioni data la sua assenza anche dai SAG Awards, laddove invece è stata candidata Penelope Cruz per Ferrari, considerata da molti in pole position proprio per la sua presenza nella cinquina del premio del sindacato degli attori.
Su questa lunghezza d’onda in teoria la grande esclusa è Julianne Moore per May December che rispetto alla Ferrera aveva in più una candidatura ai Golden Globe e il doppio di nominations tra i Film Critics Awards, ma nella pratica la vera esclusa è stata Rachel McAdams per Are you there God? It’s me, Margaret. Data la sua esclusione da quasi tutti i key awards erano molto scarse le possibilità di farcela, ma fino all’ultimo minuto i suoi sostenitori hanno sperato in una sorpresa sull’onda del forte consenso della critica americana visto che aveva ottenuto numerose candidature arrivando a piazzarsi prima a pari merito con la favorita di quest’anno ai premi assegnati dai critici di Los Angeles.
