#Kajillionaire di Miranda July è stata una delle pellicole più discusse dell’ultimo Sundance Film Festival per lo stile del suo script capace di affrontare tematiche significative come il potere contagioso dell’Amore in grado di trasformare vizi in virtù in un contesto del tutto fuori controllo, in cui l’eterna fuga dei protagonisti, una gang di truffatori a conduzione familiare, coincide con l’evidente aspirazione registica di sfuggire da qualsiasi genere decodificato. A tal proposito nella parte iniziale del film si insiste su una certa anti-caratterizzazione dei personaggi con lo scopo di sospendere alcun giudizio da parte del pubblico, e dunque con l’obiettivo di presentare queste umanità nelle loro bizzarre stranezze per quello che sono realmente. Ragion per cui senza filtri appaiono felici nella loro disperata stranezza.
La forza della pellicola sta nella sua capacità di combinare irrivirenza ed empatia, e dunque trasformando ciò che sembrava qualcosa di tragico e irreparabile in un’occasione di speranza e di riscatto. Con queste premesse accattivanti Kallijionaire si pone come un vero e proprio incantesimo nella poliedrica produzione filmica della July che ancora una volta dimostra di essere all’altezza della situazione nel riuscire a trasformare la realtà che ci circonda in un terreno fertile per chi crede ancora nel cambiamento. Su questa lunghezza d’onda è da recuperare il suo film più famoso: Io e te e tutti quelli che conosciamo (2005). Sicuramente uno degli aspetti più interessanti è legato alla scelta del cast capeggiato da teste di serie come i candidati agli Oscar Debra Winger e Richard Jenkins, e supportati dall’enfant prodige Evan Rachel Wood e dalla star televisiva di Jane The Virgin, Gina Rodriguez.
Quello che ha maggiormente colpito la critica è il modo con cui la July ha tentato di ritrarre le complesse dinamiche familiari di questa banda di truffatori, mostrando che la ricchezza tanto agognata viene poi compensata da qualcosa di più prezioso e duraturo, come l’Amore nei legami di sangue. A supportare questo rassicurante epilogo ci pensano una serie di colpi di scena “cosmici” che danno l’idea ma soprattutto la dimensione di quello che dobbiamo aspettarci dalla vita nonostante le quotidiane delusioni offerte del Caso