La leadership del duo di registi e sceneggiatori formato da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, conosciuti come The Daniels, per la pluripremiata “commedia di fantascienza” Everything Everywhere All At Once si è imposta fin dai primissimi riconoscimenti assegnati dalle Associazioni dei critici americani come gli Hollywood Critics Association Midseason Awards (maggio 2022). Successivamente hanno conquistato numerosissimi Film Critics Awards per poi vincere 3 key awards di questa gara: il Critics Choice Award, l’HCA Film Award, oltre al prestigioso Directors Guild of America Award.
In tal senso è proprio quest’ultimo riconoscimento ad aver confermato il loro status di favoriti dato che nella storia di questo importante riconoscimento su 74 edizioni ben 65 volte il vincitore del DGA Award ha vinto successivamente l’Oscar nella categoria Miglior regia.
In questo scenario il Golden Globe assegnato a Steven Spielberg (The Fabelmans) a metà Stagione dei Premi, preceduto dal NBR Award, ha lasciato intravedere una sfida che però sostanzialmente non c’è mai stata dato che i The Daniels hanno continuato a dominare la gara lasciando ai loro rivali solo briciole.
Nel frattempo i circoli dei critici americani oltre al pluripremiato duo hanno iniziato a supportare altri registi come Todd Field per TAR (LAFCA, BSFC, IFJA, SFBAFCC), Martin McDonagh per Gli Spiriti dell’isola (NYFCO, GWNYFCA), aprendo senza successo un varco per S.S.Rajamouli per RRR (NYFCC) che non è riuscito ad ottenere la candidatura per questa categoria.
Su questa lunghezza d’onda si è a lungo parlato durante tutta l’Awards Season della forte apertura dell’Academy verso i “registi internazionali” considerando che negli ultimi 4 anni hanno ottenuto la nomination registi di film presentati per la categoria Miglior film internazionale. Di conseguenza hanno iniziato a circolare vari nomi: da quello del maestro Park Chan-wook (escluso però a sorpresa dalla cinquina per il Miglior film internazionale per il pluripremiato Decision to Leave) al messicano Alejandro González Iñárritu per il divisivo Bardo, fino allo svedese Ruben Östlund per la pellicola vincitrice della Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes, The Triangle of Sadness, che poi è riuscito ad ottenere la nomination superando Edward Berger (All Quiet on the Western Front) che poteva tranquillamente entrare nella rosa dopo aver vinto il BAFTA e soprattutto dopo che il suo film ha ottenuto 9 nomination agli Oscar.
Rispetto poi ai panel elaborati nei mesi precedenti, tra le esclusioni spiccano sicuramente quella di James Cameron (Avatar: the Way of Water) e di Baz Luhrman (Elvis) anche se la loro assenza dalla rosa dei DGA Awards non lasciava presagire nulla di buono. Fuori dai giochi anche 2 registe che invece avrebbero meritato la candidatura: da Sarah Polley per Women Talking (StLFCA, AWFJ) a Gina Prince-Bythewood per The Woman King (ACE Golden Eddie Filmmaker of the Year Award, Filmmaker Tribute ai Gotham Awards).
PREVISIONI OTTOBRE: Steven Spielberg (THE FABELMANS)
PREVISIONI NOVEMBRE: Steven Spielberg (THE FABELMANS)
PREVISIONI FINALI NOMINATION: THE DANIELS (EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE)
PREVISIONI FINALI OSCAR 2023:
- THE DANIELS (EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE)
NOMINATION OSCAR 2023
Best Director
- Martin McDonagh, “The Banshees of Inisherin”
- Daniel Kwan and Daniel Scheinert, “Everything Everywhere All at Once”
- Steven Spielberg, “The Fabelmans”
- Todd Field, “Tár”
- Ruben Östlund, “Triangle of Sadness”
APPROFONDIMENTO:
Nomination Analisi Oscar 2023: Miglior Regia
Awards Table 2022/2023: tutti i premi della stagione cinematografica
Nominations Table 2022/2023: tutte le candidature della stagione cinematografica