Quest’anno per la categoria Miglior cortometraggio documentario (Best Documentary Short Film) troviamo 5 titoli particolarmente supportati dalla critica americana. 5 storie che affrontano le contraddizioni del nostro tempo: dal silenzioso legame tra mondo umano e mondo animale ad una relazione padre-figlia che muta nel tempo, dal tema legato agli effetti della crisi climatica alle estreme conseguenze del pregiudizio razziale, fino al calvario subito da Martha Mitchell per aver scoperchiato il “vaso di pandora” legato allo scandalo Watergate.
La categoria del Best Documentary Short Subject può avvalersi, in termini di previsioni, di alcuni premi dedicati al cinema documentario come il Cinema Eye Honors Award, il Critics Choice Documentary Awards e l’International Documentary Award dove troviamo delle categorie apposite per il formato breve.
Quale cortometraggio documentario ha più chance di vincere agli Oscar 2023 nella categoria Best Documentary Short Film?
1.The Elephant Whisperers
diretto da Kartiki Gonsalves
L’apprezzato corto indiano targato Netflix, candidato agli International Documentary Association Awards (IDA), The Elephant Whisperers, parte favorito nella corsa agli Oscar per il Best Documentary Short, complice una storia dolcissima capace di toccare il cuore per la sua straordinaria sensibilità.
Al centro del racconto Bomman e Bellie, una coppia nel sud dell’India che dedica la loro vita alla cura di un elefantino orfano di nome Raghu, dando vita a una famiglia come nessun’altra che mette alla prova la barriera tra il mondo umano e quello animale.
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=a0J0b_OVa9w
2. How Do You Measure a Year?
diretto da Jay Rosenblatt
Sulla carta l’unico corto che potrebbe battere il favorito è il vincitore del Golden Dragon al Krakow Film Festival per il Best Short Film, How Do You Measure a Year?, una piccola storia sulla crescita e sull’amore tra un padre e una figlia. Il titolo deriva dal testo del brano “Seasons of Love” del musical Rent. È stato anche proiettato nell’agosto 2021 al 74° Festival del film di Locarno.
Da quando aveva 2 anni fino a quando ne ha compiuti 18, Ella ha avuto un rito con suo padre. Per ognuno dei suoi compleanni, il suo papà chiedeva e filmava. Cosa sogni? Cosa ti spaventa? Cosa ne pensi del nostro legame? La ragazza passa da bambina a giovane donna con tutte le fasi belle e imbarazzanti nel mezzo mentre la relazione padre-figlia si evolve in tutte le sue complessità.
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=_qYELG0pMKI
3. The Martha Mitchell Effect
diretto da Anne Alvergue e Debra McClutchy.
Presentato tra gli applausi al Sundance Film Festival e successivamente nominato ai Cinema Eye Honors Awards, The Martha Mitchell Effect è il cortometraggio incentrato sulla figura dell’informatore chiave del Watergate Martha Mitchell (la donna del famoso scandalo che coinvolse Nixon interpretata per intenderci da Julia Roberts nella miniserie Gaslit). Per anni la Casa Bianca ha fatto di tutto per zittirla e screditarla, arrivando perfino a farla passare come una malata di mente dedicata all’alcol.
La sua reputazione per i discorsi franchi e senza censure che erano generalmente a sostegno delle questioni repubblicane l’ha portata a essere soprannominata “Martha the Mouth” o “The Mouth of the South”. Garrett Graff, autore di Watergate: A New History , ha affermato che lo status di Mitchell come informatore è stato ignorato a causa della misoginia dell’epoca, con il risultato che è stata cancellata dalla storia e ha aggiunto: “Ha avvertito l’America su ciò che stava per avvolgere il paese, e lei è stata ignorata. Merita un ruolo molto più importante nel modo in cui raccontiamo la storia del Watergate“.
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=0SYWxQ62AUM
4. Haulout
diretto da Maxim Arbugev e Evgenia Arbugaeva
Il corto russo dal titolo Haulout, presentato al Festival di Berlino, è il più premiato tra quelli candidati in questa categoria dato che ha conquistato numerosissimi riconoscimenti: dal Grand Jury Prize all’AFI Fest allo Special Jury Award al Palm Springs International ShortFest.
Al centro del soggetto uno scienziato russo (Maxim Chakilev) che resiste al freddo nella sua capanna nella desolata distesa di Cape Heart-Stone per osservare un evento naturale che si verifica in quell’area. Così l’uomo affronta le rigide temperature dell’Artico pur di ammirare la vita dei trichechi nel mare di Chukchi. Purtroppo però il riscaldamento degli oceani ha un impatto devastante nella vita di questo ecosistema causando la morte di molti trichechi. Il corto non è solo un malinconico tributo alla dedizione dei ricercatori ma anche un’ulteriore prova del danno che la crisi climatica sta causando al nostro pianeta.
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=uIBmhWsgYnA
5. Stranger at the Gate
diretto da Joshua Seftel
Stranger at the Gate, candidato ai Critics Choice Documentary Awards, è il corto documentario vincitore dello Special Jury Mention all’ultimo Tribeca Film Festival. Si tratta del racconto che ruota attorno alla storia di un marine americano che pianificò un attacco terroristico contro ad moschea in una piccola città americana. Il suo piano però prese una svolta inaspettata quando si trovò faccia a faccia con le persone che voleva uccidere.
Il regista di questo corto in una dichiarazione ha detto di aver letto la storia di Richard “Mac” McKinney in un piccolo giornale dell’Indiana alcuni anni fa chiedendosi come sarebbe stato ascoltare questa storia dal punto di vista dei fedeli del Centro islamico. La critica americana ha apprezzato particolarmente questo corto raccontato in uno stile che evita il sensazionalismo e lascia che gli eventi parlino da soli.
TRAILER: https://mubi.com/it/films/stranger-at-the-gate/trailer