L’apprezzato The Invisible Man di Leigh Whannell (disponibile ora su Chili) si serve degli stilemi dell‘horror e del mistery per esplorare il tema della paura, intesa come forza invisibile e brutale che può controllare le nostre scelte. Ragion per cui il merito di questa pellicola è sicuramente quello di aver inserito l’angoscia della protagonista in un contesto realistico di abusi domestici per poi dirottarla verso le dinamiche del thriller in cui le cicatrici psicologiche sono più dolorose degli ematomi sulla pelle.
Partendo dal presupposto che oggi giorno è difficile trovare una pellicola che sia capace di spaventare, perchè ormai siamo talmente assuefatti all’orrore derivante dai terribili errori della società contemporanea, che abbiamo come sviluppato degli anticorpi alla paura, The Invisible Man prova a valicare questa cortina attraverso una storia che attinge dal reale per sconfinare nella più immaginifica delle perversioni: la manipolazione del destino altrui.
L’immedesimazione con la protagonista (Elizabeth Moss offre una delle migliori intepretazioni della sua carriera) parte proprio dalla consapevolezza che possiamo trovarci in una medesima situazione perchè appunto lo script trae origine da un episodio di violenza domestica per poi esplorare altri confini, gli stessi da cui è tratto questo reboot dell’omonimo adattamento del 1933 ispirato al romanzo omonimo di H.G.Wells. Ovviamente è un escamotage per condurci a comprendere la dinamica delle sue angosce. Entrando nella mente e nelle paure di chi è stata vittima di abusi domestici, comprendiamo le sue esitazioni ma soprattutto i suoi sospetti. Ecco allora che la tensione narrativa è data dalla possibilità che l’irreale sia possibile, per quanto il mondo intorno a noi provi ad offuscare le nostre convinzioni.
Al di là della trama, di cui si può parlare davvero poco per evitare di spoilerare gli eventi sorprendenti che la caratterizzano, quello che lascia il segno in questo omaggio al materiale classico di partenza è il modo con cui viene affrontata la paura e in generale il concetto di angoscia da associare a questo terribile e invisibile sentimento. La paura è percettibile ma non visibile, e può davvero manipolare e controllare le nostre scelte.