Locked, il remake del film argentino 4×4, in cui un ladro rimane intrappolato all’interno di un SUV, scoprendo che il veicolo è una trappola progettata per punire i criminali regge grazie all’interpretazione solida di Anthony Hopkins e Bill Skarsgård, oltre alla regia energica di David Yarovesky.

Visivamente e narrativamente artificioso, Locked mantiene comunque un buon ritmo, riuscendo a rendere coinvolgente una premessa che, per quanto estrema, si rivela efficace. Pur non avendo la raffinatezza di altre opere del genere, il film si configura come un’esperienza adrenalinica, ricca di colpi di scena, e rappresenta un’aggiunta interessante alla filmografia di entrambi gli attori.
Locked – Tensione senza respiro, ma senza profondità
Il problema è che il potenziale di questo thriller claustrofobico non viene mai del tutto realizzato: i semi di un bel thriller da brivido sono evidenti, ma non germogliano mai come si deve. Il risultato è un’opera che lascia un senso di incompletezza, con momenti riusciti che non riescono a salvare un impianto narrativo piuttosto meccanico. L’idea dell’auto come prigione ha un certo fascino iniziale, ma si scontra con una struttura già vista, che non riesce a coinvolgere del tutto lo spettatore.

Prodotto da Sam Raimi, Locked è un thriller che gioca sulla tensione psicologica e sulle dinamiche della vendetta. Il film si apre con una premessa promettente, ma fatica a sviluppare un nucleo tematico più profondo, rimanendo intrappolato nella sua stessa idea. Il risultato è un’esperienza che oscilla tra momenti di puro intrattenimento e una certa superficialità emotiva.
Tra tensione e deja vu: thriller ad alto rischio o occasione mancata?
Locked si distingue per un cast di alto livello, con le interpretazioni di Anthony Hopkins e Bill Skarsgård che danno credibilità alla storia ed elevano la tensione anche nei momenti più prevedibili. La regia solida di David Yarovesky mantiene un ritmo serrato, sfruttando al massimo l’ambientazione claustrofobica, mentre la produzione curata, con il tocco di Sam Raimi, si riflette in un’estetica cupa e in un approccio viscerale alla suspense.

Tuttavia, la trama, essendo il remake di 4×4, risulta prevedibile e poco innovativa, con una narrazione che, dopo un inizio intrigante, tende a diventare ripetitiva. Il film suggerisce temi come vendetta e giustizia distorta, ma senza esplorarli in profondità, e nonostante la tensione costante, il coinvolgimento emotivo potrebbe risultare limitato.

Pur con questi limiti, Locked offre un’esperienza intrigante per gli amanti dei thriller claustrofobici, grazie a una premessa efficace e a un cast di qualità. Perfetto per chi cerca un intrattenimento serrato senza troppe pretese narrative, con il valore aggiunto di vedere Hopkins in un ruolo da antagonista inquietante.
FILM CORRELATI
Se avete apprezzato Locked, potreste trovare interessanti film come Phone Booth (2002), in cui un uomo rimane intrappolato in una cabina telefonica, minacciato da un cecchino che lo costringe a confrontarsi con le proprie scelte morali, o Buried (2010), un thriller claustrofobico in cui il protagonista si risveglia sepolto vivo in una bara con solo un telefono cellulare e un accendino, mentre lotta contro il tempo per salvarsi.

Anche Locke (2013) esplora una tensione simile, seguendo un uomo che, durante un viaggio in auto, affronta una serie di telefonate capaci di stravolgere la sua vita. Tutti questi film offrono esperienze intense e coinvolgenti, mettendo alla prova la resilienza umana in situazioni estreme.