L’eredità di Méliès: quando il cinema scriveva il futuro

Dal laboratorio alla Luna: Méliès e la nascita degli effetti speciali, un’odissea cinematografica che ha segnato un’epoca

Viaggio sulla luna è un cortometraggio muto di 12 minuti di Georges Méliès ispirato ai famosi romanzi di Jules Verne e H.G. Wells.

Il cinema di Méliès: Un’arma di distrazione di massa?

È il racconto fantastico di una spedizione lunare realizzata attraverso i primissimi e innovativi trucchi di cinepresa impiegata per far sparire, riapparire, trasformare persone e oggetti, attestandosi come il pioniere degli effetti speciali del cinema.

Questa esigenza di sorprendere a tutti i costi il pubblico nasceva dalla necessità di soddisfare l’emergente società di massa che aveva fino a quel momento dettato le regole dell’editoria. Per questo motivo i suoi cortometraggi erano considerati delle forme di intrattenimento dalla notevole inventiva, una sorta di nuovo Illusionismo conferendo al cinema un ruolo diverso da quello attribuito dai fratelli Lumiere che lo consideravano un mezzo scientifico per documentare la realtà.

TRAMA: al centro della vicenda c’è un gruppo di scienziati che costruisce un grande cannone a forma di proiettile per sparare sulla Luna gli astronauti. Atterrando però il loro razzo trafigge l’occhio di una Luna umanizzata. A quel punto gli abitanti della Luna conducono gli astronauti al cospetto del loro Re. Essi però riescono a fuggire e a tornare sulla Terra dove li attende una parata in loro onore con l’esibizione di un alieno, laddove l’iscrizione “LABOR OMNIA VINCIT” (la fatica vince ogni cosa) assume un tono ironico considerato il caos generato con l’invasione della Luna e la rivolta dei suoi omini verdi.

Viaggio sulla Luna: un’allegoria dell’imperialismo vittoriano

Una sequenza iconica che è entrata nell’immaginario collettivo è quella della navicella a forma di proiettile che trafigge l’occhio di una luna umanizzata: una critica alle politiche imperialiste della società vittoriana con lo scopo di ridicolizzarne le esigenze positiviste, puntando il dito proprio contro l’atteggiamento arrogante dei colonizzatori.

NOTE DI REGIA

Siamo di fronte al primo film a quadri e cioè caratterizzato da una serie di scene ad inquadratura fissa, la quale appare tagliata sui lati perché la cinepresa dei Lumiere era priva del mirino. Il risultato è una messa in scena frenetica, una farsa teatrale dinamica con cambi veloci di quadri e scenografia che danno vita ad una sorta di allegro balletto.

FILM CORRELATI

1. A TRIP TO MARS di (1910)

2. METROPOLIS di Fritz Lang (1927)

3. L’UOMO INVISIBILE di James Whale (1933)

4. BASE LUNA CHIAMATA TERRA di Nathan Juran (1964)

5. HUGO CABRET di Martin Scorsese (2011)

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