Si è conclusa la 76esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica inaugurata il 28 agosto con la proiezione della pellicola di Kore-eda Hirokazu, La vérité (The Truth) con protagonisti Juliette Binoche, Catherine Deneuve ed Ethan Hawke, per poi concludersi ufficialmente oggi con la proiezione del thriller The Burnt Orange Heresy di Giuseppe Capotondi con protagonisti Claes Bang, Elizabeth Debicki e Mick Jagger. Nel corso del Festival sono stati assegnati due importanti Leoni d’Oro alla carriera: a Julie Andrews e a Pedro Almodovar
Come ogni anno il Festival di Venezia, come quello precedente di Cannes, getta le basi della successiva Award Season americana. In tal senso i principali competitors della Stagione dei Premi che porterà alla Notte degli Oscar emergono proprio durante questi prestigiosi festival internazionali. Basti pensare che il vincitore della Palma d’Oro a Cannes Parasite, dopo essere stato designato dal Comitato nazionale per la selezione degli Academy Awards, è attualmente il favorito nella categoria Best International Film ai prossimi Oscar. Senza dimenticare It Must be Haven di Elia Suleiman vincitore della Special Mention che rappresenterà la Palestina, il vincitore della Camera d’Oro Nuestras Madres di Cesare Diaz che rappresenterà il Belgio, il vincitore del premio come miglior attore Antonio Banderas per Dolor y Gloria è in pole position per gli Oscar come lead actor a cui si aggiunge la designazione della pellicola come candidata spagnola ai prossimi Academy Awards.
Per scoprire invece quali tra i vincitori del Festival di Venezia potrebbero competere per gli Oscar, bisogna fare un salto all’indietro e capire quale sia la percentuale di convergenza tra i vincitori delle due kermesse.
Ebbene su questa lunghezza d’onda per ciò che concerne la Competizione ufficiale, e quindi escludendo le sezioni parallele come Orizzonti, Settimana Internazionale della Critica, Giornate degli Autori su 62 edizioni (il Festival è stato inaugurato nel 46′, ma per 13 anni la Mostra non fu competitiva) solo 2 volte il film vincitore del Leone d’Oro ha vinto l’Oscar come miglior film: Amleto di Laurence Olivier (1948) e La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro (2017).
Mentre per quanto riguarda la convergenza con la categoria miglior film straniero, partendo dal 48′ (anno in cui fu istituito il premio Oscar per le pellicole in lingua straniera) solo 1 volta il vincitore del Leone d’Oro ha vinto successivamente l’Oscar come miglior film straniero e cioè Roma di Alfonso Cuaron (2018), escludendo Rashomondi Akira Kurosawa (1951) e Giochi Proibiti di René Clément (1953) a cui venne assegnato un Premio onorario.
Discorso differente per quanto riguarda i vincitori dei 2 Leoni d’Argento: il Premio speciale per la Regia e il Gran premio della Giuria. Il primo è conferito alla miglior regia mentre il secondo è un premio speciale assegnato ad un altro film che merita la massima onorificenza da parte della Giuria di quell’anno. Per quanto riguarda il Premio speciale per la Regia (è stato istituito nel 1990 e per 3 anni –1995/1997– non è stato assegnato) su 35 edizioni nessun regista vincitore del Leone d’Argento ha vinto poi l’Oscar nella medesima categoria. In compenso solo 1 regista ha ottenuto almeno la nomination successivamente agli Oscar e cioè Martin Scorsese (Quei bravi ragazzi).
Per ciò che concerne il Gran premio della Giuria (è stato istituito nel 1951 ma per ben 18 edizioni non è stato assegnato) non c’è alcuna coincidenza di verdetti tra il vincitore del Leone d’Argento e l‘Oscar anche se molti film vincitori hanno comunque ottenuto la nomination come miglior film o in altre categorie. L’ultimo caso è quello relativo al film La favorita di Yorgos Lanthimos che l’anno scorso vinse proprio il Gran premio della Giuria a Venezia per poi conquistare 10 nomination all’Oscar, vincendo quello per la miglior attrice assegnato ad Olivia Colman.
Di conseguenza anche se la convergenza tra i due premi è decisamente bassa, molti dei film presentati alla Biennale entrano in corsa per gli Oscar riuscendo ad ottenere nomination significative e a primeggiare in alcune categorie diverse dal miglior film. Su questa lunghezza d’onda e quindi scorrendo il palmares di quest’anno vediamo categoria per categoria quali tra questi film possono trasformarsi in reali competitors per gli Oscar 2020 incrociando le previsioni della critica americana:
Venezia 2019, tra i vincitori quali potrebbero essere i competitors per gli Oscar 2020?
-Leone d’Oro: Joker di Todd Phillips
-con questo premio Joker entra ufficialmente nella corsa agli Oscar rafforzando anche le chance per l’anti-divo Joaquin Phoenix di conquistare la 4a nomination agli Oscar della sua categoria, complice la sua vivida interpretazione in questa pellicola in cui interpreta il famoso villain di Batman.
-Leone d’Argento – Premio speciale per la regia: Roy Andersson (About Endlessness)
con questo premio Roy Andersson con il film About Endlessness può ambire ad entrare nella selezione ufficiale degli Oscar per il suo contribuito tecnico e non in rappresentanza del suo Paese dato che la Svezia ha appena scelto per la categoria Best International Feature Film il film AndThenWeDanced di Levan Akin. Gli Academy potrebbero apprezzare questo film poetico capace di offrire una riflessione sulla vita umana in tutta la sua bellezza e crudeltà. Un caleidoscopio di tutto ciò che è eternamente umano, una storia infinita sulla vulnerabilità dell’esistenza.
-Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria: J’accuse di Roman Polanski
-con questo premio Roman Polanski grazie a questo film che ruota attorno al famoso Affare Dreyfus con protagonisti il premio Oscar Jean Dujardin e Louis Garrel potrebbe entrare di diritto nell’Award Season americana senza riuscire ad entrare nella selezione degli Oscar considerando le polemiche associate al suo passato soprattutto nell’era #MeToo. A ciò si aggiunge una recente causa intentata proprio dal regista agli Academy che in un’ottica di “demonizzazione” e “pulizia” ha proposto di estrometterlo, rimuovendolo dalla lista dei vincitori e annullando i premi vinti. A niente è servita la richiesta di Polanski di essere riammesso nella lista degli iscritti agli Academy.
Coppa Volpi al miglior attore: Luca Marinelli (Martin Eden)
con questo premio, unitamente alla forte aspettativa dimostrata dalla critica americana che avrà modo di apprezzarlo anche al New York Film Festival, aumentano le possibilità per Pietro Marcello di essere scelto come rappresentante italiano per gli Oscar 2020, con un testa a testa per la designazione nazionale con Il Traditore di Marco Bellocchio che può vantare non solo la partecipazione al Festival di Cannes e al New York Film Festival, ma anche il Globo d’Oro come miglior film assegnato dalla stampa estera che lavora in Italia.
Coppa Volpi alla miglior attrice: Arianna Ascaride (Gloria Mundi)
-con questo premio Gloria Mundi di Robert Guédiguian potrebbe entrare comunque nella corsa agli Oscar nella selezione ufficiale (anche se è molto difficile) senza dover passare per la categoria Best International Feature Film dove attualmente in rappresentanza della Francia c’è un testa a testa tra ben 3 film tra cui il favoritissmo Portrait of a Lady on fire di Celine Sciamma. In ogni caso la Giuria presente a Venezia ha apprezzato molto questo crudele racconto sociale delineato attraverso la storia di una famiglia ricostituita dalla fragile umanita.
Premio Osella per la miglior sceneggiatura: No.7 Cherry Lane (Yonfan)
Special Jury Prize: La mafia non è più quella di una volta (Franco Maresco)
-con questo premio la pellicola di Franco Maresco accompagnata dalla meravigliosa fotografia di Letizia Battaglia potrebbe spingere il film ad avere un ruolo di primo piano nella corsa agli Oscar per la categoria miglior documentario in virtù del realismo della sua proposta: uno spaccato umano e disumano del sottobosco palermitano circondato dall’ombra stanca ma tangibile della malavita.
Premio Marcello Mastroianni: Toby Wallance (Babyteeth)
-con questo premio l’opera prima di Shannon Murphy, Babyteeth, basata sull’omonima opera teatrale del 2012 di Rita Kalnejais, potrebbe essere scelta come candidato australiano per gli Oscar 2020. Pur nella sua semplicità il film è un invito a celebrare la vita nel suo glorioso ma sempre imprevedibile caos. Il dramma della protagonista diventa un’occasione per apprezzare il presente con le sue imperfette soluzioni
Premio Miglior Opera Prima Luigi De Laurentis: You Will Die At 20 di Amjad Abu Alala (Sudan)